Live Report: Tutti Fenomeni

Live Report: Tutti Fenomeni

Come Ulisse ad Itaca: Tutti Fenomeni live

Articolo contribuito da Carla Leto di Futura1993

‘’È come darci un abbraccio/ma non mi tocchi/ È come darci un bacio/senza la faccia.” Sembra quasi una profezia il testo di Qualcuno che si esplode, singolo che ha anticipato agli inizi di gennaio 2020 Merce Funebre il disco d’esordio di Tutti Fenomeni, pubblicato il 17 Gennaio 2020 per 42 Records e Sony Music, prodotto da Niccolò Contessa (I cani).

Il cantautorato post-moderno di Giorgio Quarzo Guarascio (vero nome di Tutti Fenomeni), può essere definito arbitrario: tra le paradossali allegorie e i seducenti sillogismi, chi ascolta è libero di poter intendere in modo del tutto personale l’illogica - solo all’apparenza - realtà che l’artista vuole raccontare e decidere in che modo voler far parte del gioco. Tutti Fenomeni ha la capacità di far coesistere nelle sue canzoni sarcasmo e pungenti critiche sociali, che spaziano tra presente e passato.

Era marzo 2020 quando l’ingombrante pandemia ha costretto il mondo della musica live a dileguarsi e nello stesso sofferto arco di tempo, l’imperscrutabile Merce Funebre di Tutti Fenomeni avrebbe dovuto riempire i club italiani. Il mancato debutto live era previsto per 12 marzo 2020 al Monk di Roma. Per fortuna, da quando i palchi sono tornati a vivere, il Sopralluogo Tour, organizzato da DNA concerti, è stato protagonista della maggior parte dei Festival italiani dell’estate 2021.

In occasione della seconda edizione del Sunshine Superheroes, promossa dal Locomotiv Club Bologna, noi di Futura 1993 in collaborazione con Rattler Magazine, anche questa, volta non ci siamo lasciati scappare l’opportunità di ritornare sotto il palco, per cogliere fino in fondo la sibillina realtà dell’artista romano approdato per la prima volta nella sua Itaca: il palco.

Rossetto e Cioccolato dell’inconfondibile Ornella Vanoni echeggia sotto il cielo aperto dell’Arena Puccini mentre prendono posto sul palco Francesco Bellani e Francesco Aprili, rispettivamente alle tastiere e alla batteria. Alle loro spalle l’emblema di Tutti Fenomeni, nonché copertina del disco: un agnello incoronato su sfondo rosso.

Quando la voce della Vanoni sfuma, in scena appare Giorgio, in un sobrio total black, mai troppo anonimo.

La performance si apre con l’opening track strumentale del disco Marcia funebre, arrangiamento della celebre Marcia Funebre di Fryderyk Chopin, caratterizzata da accordi e sonorità enigmatiche. Nel 1837 fu giudicata come "Qualcosa di repulsivo’’ e ‘’Di più simile a un'ironia piuttosto cha a una musica qualsiasi.", lontana dalle convenzionali norme compositive, ma innovativa perché discordante con la contemporaneità. Un po’come la scrittura di Tutti Fenomeni: inconsueta, imperscrutabile e dalla libera interpretazione. “Marcia funebre in un giorno di festa/ esercizio di coerenza/ un po’ sorniona/un po’ molesta/ tu vai oltre la vista/ anche se sono anti-surrealista/ l’ho già detto al prete comunista/ I don’t like Chopin.” Sono le parole della Marcia Funebre di Tutti Fenomeni, suonate al piano per fare gli onori di casa.

La melodia viene interrotta, senza nessun tipo di dissolvenza, dal brano Filosofia: è in questo momento che inizia il concerto. Intoniamo in modo liberatorio: “L’unica filosofia che studi sono i milioni in banca di Jovonotti” come se avessimo confessato il nostro più grande segreto. È il turno di Hikmet; il nome del brano è un omaggio al poeta turco Nazım Hikmet, noto per la difficile comprensione dei testi, nei quali viene espresso il concetto dell’amore mancato e dell’inafferrabilità dell’oggetto amoroso. Il testo di Tutti Fenomeni vuole essere un richiamo alla poetica dell’autore, soprattutto a livello strutturale. È il modo in cui l’artista romano vuole raccontarci l’amore. Il live prosegue con Qualcuno che si esplode, pezzo energico, ballabile, facile da cantare; quindi, come poter stare seduti?

Il primo approccio verbale al pubblico è stato un “Ciao Modena!” (battuta poco divertente) ma perfetta al contesto perché coerente alla beffarda ma mai scontata ironia di Tutti Fenomeni. I passaggi tra un brano e l’altro sono scanditi da arrangiamenti di musica classica riadattati alle musiche del disco. È il turno di Matabolismo, il brano più provocatorio di Marcia Funebre. Nel testo viene descritto lo strabordare degli pseudo fenomeni in un mondo in cui tutti vogliamo sentirci diversi “Siamo tutti creativi/ Siamo tutti timidi /Viscidi burattini si fingono senza fili”, una realtà in cui la “Scienza si prostituisce all’industria”, pungente riferimento alla totale banalizzazione della cultura, soprattutto musicale, in cui tutti sono diventati fenomeni riscaldando la stessa minestra.

Le luci e l’iconico agnello incoronato spariscono e improvvisamente solo una voce nuda: Tutti Fenomeni interpreta l’Infinito di Leopardi nella traduzione romanesca di Francesco De Gregori: “E ‘sta siepe che er mejo de la vista.” Il live riprende con Mogol, un brano dalle note nostalgiche, in cui Tutti Fenomeni ci ricorda che “Dal punto di vista culturale l’Italia è già a pezzi”.

Inizia Diabolik e durante la performance a Giorgio scappa una risata, prova inconfutabile del fatto che sotto la curiosa e a tratti saccente maschera di Tutti Fenomeni, si nasconde un semplice ragazzo di 24 anni che fa da spartiacque generazionale per il mondo della musica.

L’artista romano ripercorrere le tracce del suo disco, con i pezzi Mercel, Reykjavik e Trauermarsch. Durante il live cita Contessa ricordando che non ha studiato lettere, suscitando la reazione del pubblico. Non mancano le performances dei due singoli esterni al disco. Faccia Tosta, dalle sonorità malinconiche, che è una sorta di autocritica d’autore, e Parlami di Dio la cui conclusione è arrangiata a L’Amour Toujours di Gigi Dagostino; perché l’ambiguo “frullatore” di Tutti Fenomeni deve essere illogico nella sua logica fino alla fine.

Lo sfondo alle spalle cambia e appare la copertina di Radio Guarascio Volume II, ovvero la seconda parte della compilation Radio Guarascio di Tutti Fenomeni, il cui primo volume era stato pubblicato nel giugno 2020. Il signor Guarascio ci allieta con LGBT, qui il pubblico si lascia andare, in un coro esasperato. È l’apogeo del concerto.

Tutti Fenomeni saluta la platea con Valori Aggiunti, il primo singolo di Merce Funebre, manifesto della “poetica” di Guarascio.

Il pubblico lascia l’Arena Puccini sotto le note di Marinai, che si dissolve nel background. La musica dal vivo di Tutti Fenomeni è un’ulteriore chiave di lettura per assaporare la realtà surrealista che Giorgio vuole raccontarci. Un live studiato nei minimi dettagli, totalmente in linea con la sfacciata, ironica e imperturbabile armonia di Tutti Fenomeni.

Ascoltate e seguite Tutti Fenomeni su canali sociali:

https://www.instagram.com/tutti.fenomeni/?hl=en

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