Intervista: BLUEM

Intervista: BLUEM

La luminosa NOTTE di BLUEM

Articolo contribuito da Agnese Ialuna di Futura1993

S’intitola NOTTE il nuovo album di BLUEM, alias Chiara Floris, giovane cantautrice e produttrice sarda classe 1995, che spopola sulla scena indie italiana.

L’ossimoro, per definizione, è l’accostamento di due termini di senso opposto: assordante silenzio, ghiaccio bollente, morte immortale. BLUEM è proprio questa: anima sarda trapiantata a Londra, fautrice di un equilibrato mix che racchiude atmosfera rurale e sound contemporaneo.

NOTTE è il suo ultimo album. I giorni della settimana sono i titoli dei brani che si susseguono. Da LUNEDÌ a DOMENICA, beat elettronici, sample vocale, bassi e percussioni tribali scandiscono il tempo, i giorni, la vita.

Giovanissima si trasferisce a Londra per studiare audio-visual synchronisation. L’estetica di BLUEM è eclettica. Ogni brano è accompagnato da una proiezione figurativa, in cui lei stessa è ritratta nei panni di un diverso personaggio. Musica, fotografia, arti visive si fondono.

Un’atmosfera onirica, lunare e arcaica. Ci si ritrova immersi nella campagna sarda, tra abiti folkloristici di Arbus, accompagnati da suoni avvolgenti e minimali allo stesso tempo.

BLUEM racconta di legami complicati, sofferti, desiderati. Ci mostra i due lati della medaglia dei rapporti umani. Il labile confine tra sentirsi legati ed essere incatenati. Una storia personale, quanto universale. La ricerca di un equilibrio con l’altro, ma soprattutto un equilibrio interiore.

L’abbiamo incontrata per farci raccontare la genesi di NOTTE, un progetto quanto mai luminoso.

Ciao BLUEM! Dato che hai iniziato la tua carriera da “giovanissima”, da dove, quale momento della tua vita, nasce la passione per la musica?

Non so esattamente quando sia successo. Mio padre ha sempre ascoltato tantissima musica e ho ricordi di me da bambina che gironzolavo per il salotto improvvisando melodie e testi (spesso e volentieri in una lingua inventata). Consciamente, è sicuramente successo quando ho fatto la mia prima lezione di chitarra, a otto anni. Ricordo quanto fosse sembrato naturale sia a me che al maestro che io fossi lì.

L’immaginario sardo si fa voce oltre che essere molto presente nelle immagini del progetto, in particolare in VENERDÌ, sentiamo la voce di tua nonna che racconta una storia, come fosse una ninna nanna. Dato questo legame evidente, che rapporto hai con le tue radici? E perché hai deciso di andare subito a Londra così “presto”, prima di provare a iniziare qui in Italia il tuo percorso di crescita artistico?

Ho un rapporto fortissimo con la Sardegna, è sempre nel mio cuore e nei miei pensieri. Ho deciso di andare a Londra a diciotto anni perché volevo studiare musica e non avevo trovato in Italia un corso che coprisse tutto ciò che volevo fare. Mia sorella si era appena laureata qui, per cui non era totalmente un tuffo nel vuoto, anche se lei se n’è andata prima che arrivassi io ed abbiamo fatto due esperienze completamente diverse.

LUNEDÌ parla di un amore non corrisposto. Nel testo si evince il dolore e un messaggio forte, violento, che crea un bellissimo “ossimoro” con il sound leggero e delicato. Questo contrasto così aperto è voluto?

Tutto l’album ha una produzione minimale perché ho voluto tenere i brani molto fedeli a com’erano quando ho lasciato la mia stanza dopo la settimana di NOTTE. In realtà io trovo la cassa di LUNEDÌ parecchio violenta per i miei standard, ma sicuramente resto sempre docile sulle voci e sulle armonie. Non è un contrasto che cerco volutamente e forse proprio per questo penso mi rappresenti benissimo.

Il tema della ricerca di equilibrio è una costante nei testi. Ma è una ricerca al di fuori di te o dentro di te?

Entrambi. Una delle cose che ho imparato di più negli ultimi mesi è che è difficile mantenere un equilibrio interno se non si vive in un ambiente equilibrato, ed è impossibile creare un ambiente equilibrato se non si parte da un equilibrio interno.

Ogni brano è accompagnato da un’immagine. Una fotografia dove tu stessa sei ritratta nei panni di un diverso personaggio. Non semplici ritratti ma veri e propri quadri che seguono un preciso moodboard, un’estetica ben definita. Che valore ha per te la contaminazione tra le arti? Ti ispiri a qualche fotografo o estetica particolare?

Trovo la contaminazione tra le arti una cosa bellissima ed inevitabile. Non ho mai capito le persone che si fissano su una disciplina artistica in particolare senza almeno interessarsi o trarre ispirazione da tutte le altre. Io personalmente ho studiato audio-visual synchronisation e lavoro tutt’ora con le immagini. Il rapporto tra immagine e musica per me è strettissimo, non riesco a pensare ad una senza includere l’altra. Ho disegnato gli scatti quando ero a Londra, senza ispirarmi particolarmente a niente se non ad alcuni luoghi in cui sono cresciuta ed alcuni elementi tradizionali della cultura sarda. Lavorando da anni in una galleria fotografica, sicuramente ci sono state tante esibizioni che mi hanno ispirata inconsciamente. Ho scelto Jasmine Färling (amica e collega) per scattare le foto perché mi hanno sempre colpita tantissimo i suoi progetti. Lei è ispirata dal lavoro di registi dal mood dark come Jorgos Lanthimos, un’estetica perfettamente in linea con ciò che stimo e cerco io da compositrice di musiche per film, ma anche per i miei stessi progetti. Ci siamo trovate.

Il tuo progetto è un progetto indipendente, cosa vuol dire per te essere un’artista indipendente in Italia?

Non lo so, almeno per ora. Vivo comunque sempre a Londra, lavoro e faccio tutto da qua. L’ultimo anno non mi ha permesso di avere una percezione molto realistica di questa esperienza.

Chi sono gli artisti del panorama italiano che apprezzi maggiormente?

Mi sono riavvicinata alla scena italiana solo di recente, ma ho sempre amato molto il lavoro di Cosmo. Tra le donne, Maria Antonietta, il suo progetto mi è sempre stato di grande ispirazione.

Ascoltate e seguite BLUEM su canali sociali:

https://www.instagram.com/sailorbluem/

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