Intervista: BLUEM

Intervista: BLUEM

BLUEM: l’anima di chi ha l’isola dentro

Intervista contribuito da Antonio Verlino di Futura 1993

Quando si parla di Sardegna spesso si ha a che fare con qualcosa di eclettico. Anche banalmente per una narrazione tipicamente italiana: meravigliosa d’estate e inesplorata per il resto dell’anno. Se però chiedessimo a BLUEM, sono sicuro che le sue migliori memorie derivino dal freddo e dalla notte.

BLUEM è Chiara Floris, anima sarda per eccellenza. Una creatività lampante messa al servizio di tre grandi passioni: la musica, il cinema e la fotografia. Un trittico difficile da esprimere in una terra dove è la tradizione a fare da regina. Al sopraggiungere della prima crisi esistenziale quindi, a 18 anni, si trasferisce a Londra in cerca di sé stessa e di quell’unicità che caratterizza chi nasce e cresce in un’isola.

Studia Music Performance and Production e si specializza in musica per audiovisivi, riuscendo a trovare la formula per la sintesi dei suoi talenti. Il percorso accademico le da l’occasione di collaborare con la sorella regista in “STRIKE! – Fighting for the future”, lungometraggio sul cambiamento climatico premiato al Riviera International Film Festival 2020 come miglior documentario.

Un filo conduttore grazie al quale Chiara non perde il legame con la terra natia e che si riversa anche in NOTTE, Ep d’esordio in italiano, preceduto da Picolina, primo tentativo in inglese dell’artista.

Scontato dirlo: NOTTE non è un disco diurno. Concepito in una settimana (come ci ricorda la tracklist), la luce non è assente, ma intermittente. Elegante come prismi variopinti, entra da porte e persiane socchiuse. Il suono crepuscolare ed ipnotico, assieme alla voce serpeggiante, contribuisce ad un’atmosfera liturgica entro la quale BLUEM parla di chi “non sa cosa voglia dire esser serena”.

La musica di BLUEM è ispirata anche dai virtuosismi di grandi artisti contemporanei quali Rosalìa e Raveena. Di fatto, la penna di Chiara risulta essenziale rispetto ai cuori che spezza “Fiori che fioriscono da un’altra parte”, “E io vorrei farti tutto/tranne che pena”.

A dare centralità alla figura della persona intervengono intimi messaggi vocali e – a mio avviso il momento apicale del disco – un estratto di un’intervista fatta alla nonna dalla sorella in VENERDI’. Un prodotto di alta fattura, anche grazie al contributo del producer Simone D’Avenia e del mixing engineer Enrico Berto, che indagando, sperimenta e soddisfa.

Sull’onda della più fresca novità per il panorama musicale italiano, a inizio settembre esce UMMA, brano inizialmente pensato come interludio per i live, ma che per la sua presa – permettetemelo - quasi antropologica si è ritagliato uno spazio speciale; di certo non asettico. Le rivisitazioni di BAWRUT e Arssalendo contribuiscono al mini-Ep di UMMA (Remix), in cui BLUEM scopre lati di sé, altrimenti inediti, da una prospettiva oggettivante.

Dopo l’uscita di UMMA, abbiamo avuto il piacere di fare una chiacchierata con BLUEM!

Tempo di bilanci Chiara: come è andata l’estate?

“È stata intensa. Un po’ per i viaggi continui, un po’ per il fatto di aver gestito il tour e la lavorazione del nuovo disco contemporaneamente. Però sono anche stata molto più tempo in Sardegna, che mi fa sempre bene.”

Quando ero piccolo mio nonno mi diceva sempre che gli isolani sono tutti matti. Finalmente ora posso sapere la verità: com’è nascere e crescere veramente in un’isola?

“Probabilmente tuo nonno aveva ragione. Nascere e vivere in un’isola è stata la mia più grande fortuna ma significa comunque crescere entro dei confini precisi, lontani da tutto, e spesso sentirsi parte di quelli unicamente. Penso che il dilemma più grande degli isolani sia quello di non sentirsi mai totalmente compresi al di fuori della propria isola.”

In un periodo di estrema precarietà giovanile volevo chiederti le ragioni del trasferimento a Londra a 18 anni e le sensazioni che ti ha dato.

“In quel momento ero semplicemente in preda a una crisi adolescenziale. Sapevo di voler fare musica e di volerla fare in un determinato modo ma non trovavo una via per me in Sardegna e, visto che mia sorella aveva vissuto a Londra, sono scappata anche io là.”

Ormai vivi a Londra da diversi anni: ci consigli un luogo magico da visitare al di fuori dei soliti itinerari della città?

“Rotherhithe. È una zona lungo il fiume in south east London, vicina ai vari posti in cui ho vissuto e vivo tutt’ora. Ha una piccola spiaggia che è sempre stata un angolo confortevole per me e i miei amici.”

UMMA, oltre ad essere un brano meraviglioso, ha avuto l’occasione di vivere più vite attraverso i remix di BAWRUT e Arssalendo. Come hai visto evolversi la tua canzone nelle loro rivisitazioni e che immagine ti restituiscono?

“Bawrut mi ha permesso di sentirla suonata in contesti in cui la sua forma originale probabilmente non sarebbe finita, l’ha estesa e le ha dato una nuova vita. Arssalendo ne ha tirato fuori la parte più cupa, l’ha restituita alla vera essenza della gran parte delle cose che pubblico con il mio progetto. Malinconica e intensa. Sono infinitamente grata per il lavoro di entrambi.”

Visto che hai studiato musica per audiovisivi e nel mentre UMMA è diventata colonna sonora di SKAM Italia ti volevo chiedere: quale sarebbe la colonna sonora adatta alla tua adolescenza?

“La Passacaglia di Händel. Era la composizione che veniva suonata da tutte le terze medie della scuola che frequentavo, nella sezione musicale di cui anche io ho fatto parte come chitarrista. L’ho sentita ripetutamente in quegli anni, finché non l’ho imparata e suonata. La amo profondamente e penso che a suo modo sia adatta a descrivere il fiorire dell’adolescenza.”

In Martedì canti “Non ho più paura di vederti / Non ho più il coraggio di toccarti”, un’affermazione quasi contraddittoria. Ci dici qualcosa in più su questo passaggio?

“È un passaggio che per me descrive lo sfinimento di un rapporto tossico. Non ho più paura di vederti, incontrarti per strada, non mi viene nemmeno più un po' d’ansia. Al contempo non ho il coraggio di toccarti, provare a ritrovare certe sensazioni tramite il contatto o non sentirle e ammettere che non siano più lì.”

Non capita spesso di vedere più featuring con lo stesso artista in un solo album, ma in Circo Mezzaluna ti troviamo in due brani e non credo potesse esistere collaborazione migliore viste le affinità nell’ambito della sperimentazione. Che cosa hai imparato dalla collaborazione con i Fuera?

“I Fuera sono dei visionari, sono dei musicisti talentuosissimi, delle persone uniche e delle bombe a mano nella scena musicale italiana. È stato un onore essere chiamata a far parte di uno dei dischi migliori che siano usciti quest’anno nel nostro paese. Non so dire esattamente cosa ho imparato, ma loro sono di certo il mio constant reminder che l’unica cosa che conta è la musica.”

Ascoltate e seguite BLUEM su canali sociali:

https://www.instagram.com/sailorbluem/

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