Kublai: Lezioni di canto

Kublai: Lezioni di canto

Kublai racconta l’amore impossibile sullo sfondo di una Milano perduta

by Jack Rush

È disponibile da venerdì 12 dicembre 2025 su tutte le piattaforme digitali, in distribuzione Believe Music Italy, Lezioni di canto, il nuovo album di Kublai, alter ego del cantautore Teo Manzo. Un disco che si inserisce con naturalezza in un percorso ormai riconoscibile, costruito negli anni attraverso una scrittura raffinata e una visione coerente: elettronica lieve, chitarre essenziali, atmosfere sospese. Una forma di canzone d’autore che dialoga con l’elettronica e con un immaginario cinematografico, senza mai diventare illustrativa.

Il cuore dell’album è un amore impossibile, o meglio: un amore che non si vive davvero. Sullo sfondo si muove una Milano mentale, forse già scomparsa, città di interni, corridoi, androni e aule che diventano luoghi di proiezione più che spazi reali. Sono relazioni immaginate per sfuggire alla realtà o per sfuggire a se stessi; storie che nascono nella mente, affiorano nei silenzi e, traccia dopo traccia, si trasformano in rifugi emotivi, piccole vertigini, esercizi di sopravvivenza affettiva. Kublai le racconta lasciando emergere fragilità e nostalgie, ma soprattutto ciò che resta quando la realtà non basta più.

Un’aula di scuola, affollata di voci e doveri, cambia improvvisamente connotati nella luce del tardo pomeriggio. È una torsione percettiva, una soglia che rivela. Ascoltare Lezioni di canto significa attraversare questo straniamento: dal classico allo psichedelico, dal quotidiano al perturbante. Finita la campanella, ci ritroviamo in un androne della vecchia Milano e incrociamo il protagonista della title track: un anziano professore di musica che si crede innamorato della sua allieva troppo giovane, figura emblematica di una costellazione di relazioni irrealizzabili. Dagli altri interni filtrano doposcuola e ripetizioni, solitudini parallele, assoli suonati in pieno centro.

In questo paesaggio umano, l’autarchia si trasforma lentamente in isolamento e finisce per cronicizzarsi in una sociopatia lieve ma diffusa. È la società senza legami, che ha ingigantito l’individuo e l’arbitrio fino a farne una religione, adottando l’isolamento come modello sociale. Lezioni di canto non racconta questa condizione in modo frontale, ma la lascia risuonare nei vuoti, nelle allusioni, nei dialoghi mancati. L’obiettivo non è la denuncia, bensì una ricomposizione fragile e provvisoria: mettere a concerto le voci “rotte”, raccogliere con pazienza i cocci del coro, avversando la tristezza più che indulgendo nella nostalgia.

Dietro Kublai c’è Teo Manzo, nato e residente a Milano, autore che compone musica e versi e che nel 2016 ha vinto il Premio Fabrizio De André per la Poesia. Nel 2020 ha dato vita al progetto KUBLAI con l’omonimo album d’esordio, immaginando una conversazione notturna tra l’imperatore Kublai e Marco Polo. Come in quel disco fondativo, anche in Lezioni di canto le canzoni sono dialogiche più che esplicitamente narrative; i testi, spesso onirici e allusivi, proseguono il percorso tracciato negli ultimi lavori (Sogno vero, Fantasmi a parte). Al centro resta una tensione rara nella musica italiana: il tentativo di ricomporre la distanza, quasi siderale, tra forma e contenuto, tra canto e canzone.

Lezioni di canto si muove esattamente in questo spazio di frizione. Non offre soluzioni, ma esercizi di ascolto. Non promette salvezza, ma una forma di resistenza sensibile. È un disco che chiede attenzione e restituisce risonanze, lasciando l’ascoltatore solo quanto basta per riconoscersi in quelle voci incrinate che, finalmente, provano a cantare insieme.

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